L’acqua ha un ruolo sociale primario fin dai tempi antichi: da sempre ha assicurato buoni raccolti, sostenuto l’economia, favorito il commercio e l’esplorazione di luoghi remoti. I nuclei urbani bagnati da fiumi, laghi e oceani erano punto d’incontro e centro di aggregazione per residenti e stranieri. Oggi sono questi agglomerati urbani a rappresentare il teatro delle più interessanti opere di riqualificazione, nelle quali l’acqua diventa l’elemento di design e chiave di lettura. In un periodo caratterizzato da eventi atmosferici straordinari, dovuti alla crisi climatica, i progettisti cercano di far riemergere l’importanza dell’acqua delineando spazi urbani che le restituiscano la funzione di intermediario tra uomo e natura. Si cerca così di ristabilire un equilibrio nel rapporto tra ambiente naturale e antropico, in un’epoca in cui il primo è sempre più soffocato dal secondo. Reintrodurre l’elemento naturale nelle città non solo permette di mitigare i rischi ambientali sempre più frequenti, ma funge anche da strumento di rigenerazione urbana. L’acqua, nello specifico, migliora le condizioni climatiche e rende l’ambiente abitato più vivibile e sostenibile. Ricollegando i nuclei urbani alla loro origine naturale, attraverso la valorizzazione di corsi d’acqua esistenti o realizzati ad hoc, si ottengono ambienti rigenerativi, più salubri e resistenti ai rischi ambientali. Con l’utilizzo dell’acqua come strumento di esaltazione della morfologia del luogo, gli interventi di riqualificazione possono dare nuova vita ad aree dismesse o soggette a rischi ambientali. In questo articolo vediamo tre interventi rilevanti dal punto di vista del recupero urbano di aree degradate di grandi città che utilizzano l’acqua come elemento di riconnessione e rigenerazione del nucleo urbano.
La vivace città di Praga fa da sfondo al progetto presentato dagli studi LOLA Landscape Architects, m2au e de Architekten Cie. per il concorso internazionale “Rohan and Libeň Island” indetto dall’Amministrazione locale e dall’istituto per la pianificazione e lo sviluppo urbano IPR Prague. La proposta del team internazionale prevede l’implementazione di un parco alluvionale di 56 ettari in corrispondenza delle isole Rohan e Libe.., una zona di transizione tra le anse del fiume Moldava, per proteggere la città dal rischio idrologico. Questa porzione del fronte fluviale, ad ora prevalentemente dismessa, diviene un fronte ecosostenibile che invece di temere i possibili eventi climatici avversi (nello specifico il rischio di alluvione) li rende l’elemento identitario del progetto. Rispettando la topografia e salvaguardando la vegetazione autoctona, questo parco è immaginato come uno spazio in movimento, i cui profili verranno livellati dalle possibili inondazioni e che potrà venire sommerso senza causare danni all’ecosistema o alla città. Al contrario, in caso di allagamento potrà ospitare flora e fauna tipiche di ambienti fluviali o palustri, provenienti anche da altre aree della regione praghese. Contemporaneamente quest’area verde fornirà degli spazi di svago per i cittadini, implementando le aree naturalistiche a servizio degli abitanti. Ciò avverrà attraverso un collegamento diretto tra terra e acqua: il fiume diventa un elemento “di servizio” per l’ambiente e per la città, contribuendo a ridurre l’impronta ecologica e rendendo più accattivante il profilo cittadino. Il punto di connessione tra quest’ultimo e il parco fluviale avviene attraverso una serie di terrazzamenti, elementi storici del paesaggio praghese, separati dal nuovo parco da un ristagno di recente creazione. L’ambiente terrazzato, dinamico e dotato di tutti i comfort (percorso pedonale e ciclabile, zone sportive e aree coltivabili con frutteti, orti o zone per animali), è immaginato come una zona di intensa vivacità, nella quale prevale il senso comunitario e di connessione con l’ambiente naturale circostante.
Luogo: Praga, Repubblica Ceca
Cliente: Institut plánování a rozvoje Prahy – IPR, Città di Praga
Completamento: 2023
Area: 19 ha
Team di progettazione: LOLA Landscape Architects, M2AU, de Architekten Cie.
Immagini: LOLALandscape Architects, M2AU, de Architekten Cie., courtesy LOLA Landscape Architects
Il recupero di aree dismesse attraverso la progettazione di un parco urbano di nuova generazione che valorizza un bacino d’acqua esistente verrà a breve realizzato a Segrate, comune a nord-est di Milano. Lo specchio d’acqua adiacente all’ex cava di sabbia di Segrate, circondato da aree industriali, strade ad alta percorrenza e una cintura alberata, verrà rivalutato grazie al progetto di ambienti di svago, passerelle pedonali e spazi ricreativi per i residenti, diventando anche polo attrattivo per i cittadini della vicina metropoli. Il progetto Centroparco Milano dello studio danese MAST crea uno strumento di resilienza per i cambiamenti climatici in un’area (quella della metropoli milanese) soggetta ad alti livelli di inquinamento ambientale, prevedendo spazi destinati alla convivialità e a eventi ricreativi, oltre a proporre elementi che permetteranno la massima vivibilità dell’ambiente naturalistico circostante. Le sponde del lago di Centroparco, attualmente inaccessibili, diventeranno il punto centrale del progetto di riqualificazione che fa dell’acqua dolce il mitigatore climatico per eccellenza di quest’area. Il progetto del parco, che trasforma così un ambiente dismesso in una macchina ecologica, prevede una passerella in legno sul lungolago, connessa a una piazza pubblica dotata di tutte le strutture ricreative e di svago, e incentiva la connessione con la natura attraverso l’inserimento di fauna e vegetazione autoctone (piante ed essenze terrestri e acquatiche opportunamente messe a dimora). Il lago potrà essere vissuto a 360 gradi, grazie a barche elettriche disponibili al noleggio per la navigazione verso isole galleggianti prefabbricate in legno, disseminate sulla superficie del lago. Il nuovo parco risulterà così un punto nevralgico tra i quartieri periferici e la città di Milano.
Luogo: Segrate (MI)
Cliente: Comune di Segrate
Completamento: in corso
Team di progettazione: MAST, GLM Ingeneria; ASZ Architetti
Immagini: © e courtesy MAST
Città brasiliana affacciata sull’oceano atlantico, Fortaleza introduce l’acqua nei quartieri cittadini più distanti dalla costa per renderli più vivibili e trasformare aree dismesse e destinate al ristagno di rifiuti in parchi per il biorisanamento e il tempo libero. Il parco Rachel de Queiroz, progettato anche come sistema di drenaggio per i possibili allagamenti, ospita spazi sportivi e di relax intervallati da aree lagunari tra loro interconnesse grazie ad apposite passerelle. Il progetto fa parte di un più ampio programma per lo sviluppo sostenibile dei nuclei urbani che prevede una serie di interventi complementari in diversi quartieri della città, con lo scopo di riqualificare aree verdi in stato di degrado e trasformarle in parchi sostenibili e per la comunità. In parte già realizzato e sviluppato su diverse quote, il parco che fa dell’acqua il suo elemento di design e utilizza esclusivamente materiali ecosostenibili, offre spazi per il jogging e la camminata, piste ciclabili, campi sportivi, aree per animali e un anfiteatro. Questi spazi sono raggiungibili tramite percorsi sopraelevati rispetto al livello dell’acqua, associati a ponti e passerelle che permettono di superare facilmente la barriera architettonica creata dai canali e dai bacini. L’acqua che ristagna nei bacini, appositamente creati come sistema per smorzare le possibili inondazioni, favorisce la decantazione e il fitorisanamento, purificando l’aria di quartieri cittadini altamente densificati. L’introduzione dell’acqua è accompagnata anche dall’incremento della flora e fauna locali, poiché essa favorisce il ripristino dell’ecosistema autoctono della zona, che fino ad ora era stato sopraffatto dall’intervento antropico. Il parco assume così una duplice funzione, mitigando l’impatto ambientale di una città in continua crescita e restituendo ai cittadini spazi di svago, dove prima si trovavano elementi di rottura del tessuto urbano. La nuova direttrice della progettazione urbana e di paesaggio mira a ristabilire un rapporto equilibrato tra terra (uomo/elemento fisso) e acqua (natura/elemento mobile), in cui non vi è prevalenza dell’una sull’altra. L’acqua, sia essa di fiume, lago, oceano o altro, diventa l’elemento caratterizzante e chiave di lettura dei nuclei urbani che la ospitano. È una risorsa per la mitigazione ambientale, un sostegno per la salvaguardia della biodiversità e una componente fondamentale della progettazione paesaggistica.
Luogo: Fortaleza, Brasile
Cliente: Comune di Fortaleza
Completamento: 2022
Area: 203 ha
Architetto: Architectus
Foto: Joana França, courtesy Architectus