Adattività e innovazione nei nuovi sistemi per architetture tessili

E’ della primavera 2016 la notizia del primo edificio stampato in 3D, casualmente a Dubai, il titolo del comunicato recita: “Dubai inaugura primo edificio per uffici Stampato in 3D al mondo, costruito in appena 17 giorni”.

L’evoluzione del settore delle costruzioni passa attraverso la tecnologia elettronica e dalla produzione del mock-up all’edificio il passo è breve anzi, ormai è annullato perché il modello è l’edificio costruito direttamente in quella che fino a qualche anno addietro si poteva definire una “scala 1:1”. Dubai è di fatto sede del primo edificio per uffici stampato in 3D  e completamente funzionale, inaugurato dallo Sceicco Mohammed Bin Rashid al Maktoum, Vice Presidente e Primo Ministro degli Emirati Arabi Uniti. L’intero complesso, di 2.000 piedi quadrati, è stato stampato in 3D in solo 17 giorni e possiede tutti i confort integrati nel design all’elettricità, all’acqua, alle telecomunicazioni e alla indispensabile aria condizionata.

I vantaggi stimati con questa nuova tecnica costruttiva sono di tipo indubbiamente economico e in buona parte anche ambientale. La previsione è: un tempo di produzione ridotto dal 50 al 70 per cento; il costo del lavoro ridotto del 50 al 80 per cento e il rifiuto da  costruzione ridotto dal 30 al 60 per cento.

Quali sono i materiali che possono essere usati in una stampante 3D? Idealmente qualsiasi materiale che possa essere trasformato da polvere o liquido in solido, che grazie alla temperatura o a una radiazione laser può essere stampato: plastiche, cere, resine, metalli, ceramici e paste, ma anche materiali organici possono essere quindi in teoria utilizzati. Oltre un centinaio di materiali sono già utilizzati nella stampa 3D e il loro numero è in continua crescita.

Tendenzialmente sembra che quelli più utilizzati siano ancora i materiali a base polimerica.

 

Per leggere l’articolo completo: Adattività e innovazione nei nuovi sistemi per architetture tessili (di Katia Gasparini)