Architetture tessili: stile e innovazione #1 Intervista a Riccardo Canobbio, Canobbio Textile Engineering
Nel mondo delle architetture tessili assistiamo a una continua evoluzione tecnica per offrire a progettisti e architetti un sempre maggiore range di applicazioni. Cosa si intende per architettura tessile? Con l’aiuto di alcuni dei protagonisti del settore cerchiamo di delineare un quadro di riferimento per meglio comprendere queste tipologie di prodotto e soprattutto comprenderne le possibilità di utilizzo e le possibili evoluzioni nel prossimo futuro. Iniziamo con l’intervista a Riccardo Canobbio, Amministratore Unico Canobbio Textile Engineering
Spesso con architettura tessile si tende a comprendere un po’ tutto quello che prevede l’uso di strutture tessili. È corretto o meno suddividere tra schermature solari, architettura tessile e facciate tessili? In questo caso cosa si intende per architettura tessile?
Potremmo accorpare i termini “schermatura solare” e “facciate tessili” in quanto la schermatura solare è una delle funzioni proprie della facciata tessile. A quest’ultima si può aggiungere la funzione più puramente estetica nonché quella coibentante; una delle principali caratteristiche della facciata è infatti quella di modificare l’aspetto di un edificio in modo reversibile; è inoltre possibile migliorare l’isolamento termico dell’edificio grazie all’intercapedine presente tra la facciata dell’edificio esistente e quella tessile che funge da seconda pelle prevenendo il surriscaldamento durante il periodo estivo e riducendone la dispersione termica durante l’inverno. La facciata va poi a collocarsi all’interno della definizione più generica di “architettura tessile” che include strutture di altro genere quali le coperture per l’impiantistica sportiva, per lo spettacolo e le coperture tessili in generale. Citando il nostro sito, definiremmo l’architettura tessile come un tipo di applicazione che ha la capacità di coprire ampi spazi e volumi complessi con coperture di alto prestigio architettonico sia di tipo reversibile e provvisorio, che permanenti. Quindi: Leggerezza strutturale e architettonica; luminosità; tempi e costi di realizzazione ottimizzati; possibilità di coprire grandi luci; corretto inserimento ambientale con interventi di tipo reversibile per coperture di: spazi espositivi, aree spettacolo, congressi e convegni, arredo urbano, zone archeologiche, impianti sportivi, impianti industriali, e mille altri impieghi che solo la flessibilità dell’architettura tessile consente
Chiaramente, parlando di architettura tessile, la componente tessile è la protagonista. Quali sono i materiali attualmente più utilizzati e quali le loro caratteristiche tecniche principali?
I materiali ad oggi più utilizzati sono sicuramente il poliestere spalmato PVC, il tessuto poliestere spalmato PVC/PVDF, la fibra di vetro spalmata silicone, la fibra di vetro spalmata PTFE, il PTFE estruso conosciuto con il nome commerciale “Tenara” e il film di ETFE. L’applicazione di una vasta gamma di materiali tessili è a disposizione della creatività dei progettisti. La continua ricerca di soluzioni innovative permette di adeguare le prestazioni dei materiali alle esigenze del progetto. Tessuto poliestere PVC (polivinilcloruro): tessuto più comunemente usato in architettura in quanto offre un miglior rapporto tra costo, prestazioni e durata. La durata media di questo prodotto si attesta tra i 10 e i 15 anni. Tessuto poliestere PVC/PVDF: si tratta di un tessuto dalle medesime caratteristiche tecniche del PVC ma con una laccatura supplementare con PVDF che aumenta la resistenza ai raggi UV nel tempo e la vulnerabilità all’attacco degli agenti atmosferici aumentando la durata e la brillantezza del bianco. La durata media di questo prodotto si attesta tra i 10 e i 15 anni. Tessuti in fibra di vetro/PTFE (politetrafluoroetilene): si tratta di un tessuto comunemente usato nell’ambito dell’architettura tessile e che garantisce ottime prestazioni di durata ed inerzia chimica verso agenti atmosferici e la radiazione solare. La durata media di questo tessuto si attesta superiore ai 25 / 30 anni. Tessuti in fibra di vetro/silicone: le proprietà statiche e meccaniche del tessuto sono equiparabili a quelle del PTFE, tuttavia, la maggiore flessibilità ne agevola la lavorazione. La durata media di questo tessuto si attesta superiore ai 20 anni. Tessuti in PTFE espanso (Tenara®): il tessuto in PTFE espanso è attualmente il più performante grazie alla proprietà del politetrafluoroetilene, resistente alle alte temperature, chimicamente inerte, eccezionalmente resistente allo sporco, all’abrasione ed alla rottura. Il costo elevato dovuto principalmente al particolare processo di produzione ne limita l’utilizzo e la diffusione. La durata media di questo tessuto si attesta superiore ai 30 anni. Film ETFE: l’ETFE (etiltetrafluoroetilene) viene prodotto in film (fogli o lamine) attraverso un processo di estrusione in spessori che vanno dai 100 ai 300 micron. Per le sue caratteristiche di leggerezza, trasparenza (95%) e riciclabilità (monocomponente) è impiegato prevalentemente per la realizzazione di cuscini pneumatici per involucri tessili. La durata media di questo materiale si attesta superiore ai 25 anni.
C’è un’evoluzione significativa per quanto riguarda i materiali dal punto di vista tecnico/prestazionale? E da quello estetico?
I materiali tendono a evolversi principalmente sul piano tecnico prestazionale dal punto di vista della durata; i produttori infatti si concentrano sul rilascio di garanzie che attestino la continuità delle performance tecniche nel tempo; le strutture tessili stanno a poco a poco raggiungendo le prestazioni delle costruzioni tradizionali ma per fare ciò devono rispondere ai requisiti della durata e della classificazione ambientale garantiti appunto da questo tipo di edifici; la durata del materiale si attesta quindi tra i requisiti fondamentali richiesti.
Come potremmo collocare l’Italia, rispetto ad altri paesi, dal punto di vista della comprensione ed utilizzo di queste soluzioni nel mondo delle costruzioni? C’è un aumento, e in che direzione (quali i settori principali di impiego)?
C’è a mio parere un indirizzo più specifico del tessile rispetto ai precedenti decenni perché se ne ricerca sempre di più l’aspetto innovativo; la loro comprensione tuttavia non è ancora ben presente; si tende ancora a preferire le strutture tradizionali rispetto a quelle tessili in quanto non se ne percepisce il rapporto costi benefici in prospettiva, nel tempo; il costo iniziale infatti può sembrare non molto difforme dai materiali comuni ma in realtà se ne discosta dal punto di vista della manutenzione; alla fine quindi questo rapporto diventa decisamente migliore.
Normalmente le architetture tessili sono legate a grandi progettisti di fama internazionale: questo perché sono più “liberi” di poter osare o perché conoscono meglio le potenzialità e quindi possono utilizzare al massimo le loro caratteristiche estetiche, tecniche e prestazionali?
Dal mio punto di vista le architetture tessili si prestano maggiormente a dare spazio alla creatività dei progettisti; il rapporto tra la struttura portante e quella portata, che è la caratteristica principale delle strutture leggere appunto, permette una maggior flessibilità di applicazione e quindi una maggiore adattabilità alle loro idee progettuali.
Il vostro ruolo è quello di fornitori o di partner nella definizione del progetto e nella scelta delle soluzioni da adottare?
Definirei il nostro ruolo più in quello di “partner” rispetto a quello di “fornitori” in quanto cerchiamo di indirizzare e consigliare il nostro cliente/progettista, sulla scorta delle nostre esperienze nella lavorazione del materiale, indirizzandolo a ciò che ci sembra e reputiamo più idoneo alla realizzazione di quanto da lui prospettato.
Un punto per voi importante da sottolineare
È importante sottolineare che la tendenza degli architetti è via via sempre più sensibile all’utilizzo dell’architettura tessile sia per interni che per esterni; si sta quindi sviluppando un certo incremento in questo campo e in scala più ampia. Questo aspetto decisamente positivo ci dà lo spunto e la voglia di continuare ad impegnarci nella continua ricerca e nell’innovazione dei materiali in modo che queste applicazioni si possano diffondere sempre di più.