Rigenerazione urbana e valorizzazione dell’ambiente sono temi ormai molto noti a tutti; termini a volte un po’ troppo abusati, che però si spera possano ancora, grazie alla sensibilità delle persone e delle comunità, portare ad agire e intervenire in modo attento e sostenibile nell’ambiente costruito e non. Scoprire, creare e cercare nuovi modi, stili e metodi di progettare e di intervenire sull’ambiente costruito è oggi una delle più grandi sfide che ci si possa prefiggere. Trovare il sistema, la chiave per poter destare interesse in un progetto di rigenerazione urbana in chiavi green non è facile, ma se si trova il giusto modo per operare, di sicuro questo porterà una grande curiosità tale da sensibilizzare, difendere e salvaguardare il pianeta terra che viviamo. Esempio di operare nell’ambiente in modo sostenibile a partire da un programma che adotta i principi dell’economia circolare è il progetto pilota del programma MePart, progetto di rigenerazione del territorio e dell’ambiente che prevede l’upcycling dell’installazione in quattro parti di The Port and the Fall of Icarus per il padiglione olandese alla 16esima Mostra Internazionale di Architettura alla Biennale di Venezia del 2018. In origine questa installazione della Biennale di Architettura era in Riva Sette Martiri, al di fuori della sede dei Giardini della Biennale, ed era composta da una struttura di ampie dimensioni costruita in pannelli di acciaio
Cor-Ten® con tecnologia auto-portante. È così che un padiglione dismesso della Biennale di Architettura si trasforma in ecomuseo all’aperto, grazie a questo progetto pilota completato e sviluppato dalla Start-up Heritage Asset Management SBRL di Venezia. Importante per la buona riuscita è stato il prezioso contributo del Comune di Corbola (RO) che a seguito di un accordo ha sin dalle prime fasi supportato il progetto pensando a rigenerare e ridare vita a luoghi abbandonati del proprio paese. La struttura del padiglione The Port and the Fall of Icarus, destinata al conferimento in discarica dopo la fine della mostra, è stata così rifunzionalizzata come ecomuseo all’aperto, a valorizzazione del tracciato archeologico della Via Popilia, importante strada romana che dalla colonia romana di Ariminum (Rimini) passava per Ravenna e proseguiva fino ad Aquileia. Il riciclo dell’opera ha previsto un nuovo impianto planimetrico, a partire dal riuso totale dei pannelli in
Cor-Ten®. Il processo di upcycling (diverso dal recycling, perché orientato a riutilizzare gli oggetti per creare un prodotto di maggiore qualità) è intervenuto sul fine vita dell’installazione, le cui parti, a fine Biennale, sono state smontate, catalogate, trasportate e stoccate presso il sito di destinazione. Seppur sperimentale, il caso dell’installazione del padiglione dei Paesi Bassi dimostra come sia possibile trovare nuove articolazioni e modi di coniugare produzione culturale e sviluppo per generare dinamiche “sostenibili” di crescita per il territorio e per le diverse comunità che ci circondano. È proprio questa la grande sfida che si prefigge la Start-up Heritage Asset Management di Venezia, attraverso al programma MePart. Lo scopo e obiettivo a lungo termine è quello di pensare, prevedere e progettare il riuso di allestimenti e strutture temporanee prodotte dai grandi eventi culturali attraverso una piattaforma in rete. Suo obiettivo, in linea con Il Green Deal Europeo, è promuovere la transizione verso l’economia circolare focalizzandosi su un particolare segmento del settore delle costruzioni, quello delle installazioni temporanee, legate al mondo delle grandi esposizioni culturali a carattere seriale. In particolare, MePart si occupa di re-immettere sul territorio veneto, in programmi di rigenerazione urbana mirati a migliorare la qualità dello spazio pubblico, gli scarti provenienti dalle installazioni di mostre temporanee che hanno avuto luogo nel centro storico di Venezia. Questo processo di upcycling delle installazioni, se governato all’interno del modello di sharing economy, può favorire progetti di rigenerazione urbana del nostro territorio e delle nostre comunità, che alla micro-scala e in presenza di esigue risorse economiche possono attivare nuovi usi in beni e aree sottoutilizzate, prefigurando le potenzialità di trasformarle in qualcosa di permanente. È proprio questo uno dei modi di intervenire in modo sostenibile e minimizzare gli impatti ambientali delle installazioni temporanee, andando al contempo a offrire opportunità e strategie locali nella pianificazione, gestione e riuso degli spazi.
Nome progetto: Installation Upcycling
Luogo: Corbola (RO)
Completamento: 2021
Programma MePart: Heritage Asset Management SBRL spin-off dell’Università Iuav di Venezia
Progetto pilota di upcycling: Barman Architects – Roberta Bartolone, Giulio Mangano (con la collaborazione di Filippo Andrighetto, Carlo Baldin, Leonardo Giacalone)
Contributo intellettuale e finanziario: Comune di Corbola
Foto: © Fabio Purgino