Seppur molte strutture ospedaliere vengano progettate con spazi aperti e aree verdi, spesso questi ambienti risultano insufficienti o inadeguati rispetto alle reali necessità quotidiane. Quando progettate con attenzione, infatti, tali aree non solo offrono ai pazienti l’opportunità di allontanarsi temporaneamente dall’atmosfera ospedaliera, ma possono trasformarsi in luoghi vitali per attività ricreative e stimolanti. Un design attento di questi elementi può infatti favorire un recupero più completo, sostenendo la salute fisica e il benessere psicologico dei pazienti, diventando così un elemento chiave nel processo di guarigione. Alcuni studi hanno dimostrato che trascorrere del tempo all’aperto può ridurre i livelli di cortisolo, l’ormone dello stress, migliorando così l’umore dei pazienti. Gli spazi esterni progettati con cura stimolano anche la socializzazione, favorendo l’interazione tra pazienti, familiari e personale sanitario, e riducendo il senso di isolamento che spesso accompagna la malattia. Per i pazienti che trascorrono lunghi periodi in ambienti ospedalieri chiusi, l’accesso a giardini permette una corretta esposizione alla luce naturale, elemento fondamentale per regolare il ritmo circadiano e migliorare la qualità del sonno. Inoltre, questi ambienti offrono un’ampia gamma di stimoli sensoriali, che arricchiscono l’esperienza quotidiana, contrastando la monotonia e la rigidità dell’ambiente ospedaliero.
L’importanza di integrare spazi pensati per la salute emotiva e fisica all’interno dei centri di riabilitazione emerge con chiarezza nel Maggie’s Center di Manchester, progettato dallo studio Foster + Partners nel 2015. Parte di una rete internazionale di centri dedicati al supporto dei malati di cancro, i Maggie’s Center sono stati fondati da Maggie Keswick Jencks con l’intento di offrire un supporto concreto agli ospedali, accompagnando i pazienti nel difficile percorso di cura oncologica.
Sin dalla sua nascita, l’associazione ha posto una particolare attenzione alla qualita architettonica delle proprie strutture, affidandosi a nomi di spicco del panorama internazionale come Snohetta, OMA e Richard Rogers. Il centro di Manchester, situato in prossimità del reparto oncologico, si inserisce armoniosamente nel paesaggio circostante. Immerso nel verde, si sviluppa su un solo piano, creando un collegamento diretto con l’ambiente naturale. L’edificio si integra perfettamente con la scala degli agglomerati limitrofi, evitando l’imposizione di una struttura di grandi dimensioni, rafforzando il concetto di un luogo di cura discreto e accogliente. Il progetto architettonico si fonda sulla convinzione che gli ambienti — sia interni che esterni — possiedano un impatto diretto sullo stato emotivo dei pazienti. Qui, ogni elemento e concepito per supportare non solo il benessere fisico, ma anche la serenità mentale, creando ambienti che possano stimolare il paziente durante il delicato percorso di cura. Per raggiungere l’obiettivo di offrire un supporto olistico ai pazienti, il Maggie’s Center adotta un linguaggio progettuale che si distacca dai tradizionali ambienti ospedalieri, optando per un’atmosfera piu familiare e accogliente. Gli spazi sono concepiti come una risposta alle convenzioni tipiche degli ospedali, come macchinari e segnaletica, proponendo al contrario ambienti che favoriscono il senso di intimità e comunità. Il centro offre un’alternanza tra aree condivise e individuali, creando un’atmosfera che, pur mantenendo la sua funzionalità terapeutica, risulta amichevole e rilassata. Questa scelta progettuale consente al paziente non solo di ritagliarsi momenti di privacy, ritirandosi nella sua stanza, ma contribuisce anche a rendere naturali e distese le interazioni sociali e le visite dei familiari, superando la percezione di un ambiente puramente ospedaliero. Gli spazi del padiglione, pervasi dalla luce naturale grazie a una copertura in travi reticolari in legno e lucernari triangolari, si sviluppano attorno a una cucina centrale, cuore pulsante della struttura. Accanto a essa si trovano nicchie private, una biblioteca, aree dedicate all’interazione sociale e zone per l’esercizio fisico, che insieme contribuiscono a creare un ambiente che stimola la salute globale del paziente. L’atmosfera domestica del Maggie’s Center e frutto di una sapiente combinazione di materiali caldi e accoglienti, come il legno, e di elementi morbidi, come i tessuti, che insieme contribuiscono a creare un ambiente familiare. Il design degli arredi, tra cui divani e caminetti, e pensato per rendere ogni stanza confortevole. I mobili interni, tra cui cucina, tavoli e ripiani, sono stati progettati su misura dallo studio Foster + Partners in collaborazione con Norman Foster e Mike Holland, con una particolare cura per la funzionalità e l’estetica.
L’attenzione al design è evidente anche nei dettagli: le pareti sono arricchite con stampe e quadri, mentre i mobili sono decorati con vasi e fiori, aggiungendo calore e personalità agli spazi. Il soppalco superiore, accessibile tramite una scala in legno, ospita gli uffici del personale, mantenendo un forte legame visivo con il piano sottostante, dedicato ai pazienti. Un elemento centrale del progetto e la continuità tra interno ed esterno, resa possibile dall’uso di porte scorrevoli in vetro che dissolvono i confini tra il padiglione e il giardino circostante. Gli architetti, infatti, hanno voluto integrare la struttura con il paesaggio, progettato da Dan Pearson Studio, non come un’aggiunta marginale, ma come una parte integrante e fondamentale dell’esperienza terapeutica. I cortili sono scanditi dalle travi in legno della copertura, a sbalzo verso l’esterno, ottenendo per ogni stanza uno spazio privato all’aria aperta, dedicato al relax e alla riflessione. Nel giardino sono presenti aree di condivisione come quella della veranda, protetta dalle intemperie e dal sole, oppure quella della serra, posta nel lato sud, che diventano luoghi dove i pazienti possono svolgere varie attività.
In particolare la serra, con la sua vetrata poligonale, diventa un ambiente che stimola l’autosufficienza e il coinvolgimento attivo, facendo sentire i pazienti utili e motivati nel loro percorso di riabilitazione. Al centro e stato inserito un tavolo, dotato di ruote, che si sposta su due binari, garantendo al contempo flessibilità e sicurezza per i pazienti. La varietà delle aree all’aperto offre ampie possibilità per attività diverse, grazie alla presenza di orti e alberi da frutto, progettati e disposti in modo da essere facilmente accessibili. Questo approccio ha reso il Maggie’s Center un esempio di successo, tanto da ispirare altre strutture simili nel settore. Il progetto ha inoltre ricevuto numerosi riconoscimenti, l’ultimo dei quali nel 2024.
Luogo: Manchester, Regno Unito
Committente: Maggie’s
Superficie: 730 m2
Completamento: 2015
Progettazione architettonica e strutturale: Foster + Partners
Team di progetto: Matthew Hayhurst, Darron Haylock, Stefan Behling, Mike Holland, David Nelson, Roger Ridsdill Smith, Piers Heath
Progettazione paesaggistica: Dan Pearson Studio
Consulenti
Strutture: SJP
Illuminazione: HE Simm
Foto: Nigel Young, courtesy Foster + Partners
Un altro esempio di progettazione che unisce supporto emotivo e pratico per i malati di cancro è il Kálida Sant Pau Centre, progettato dallo studio Miralles Tagliabue – EMBT Architects e completato nel 2019 a Barcellona. Come nel caso del Maggie’s Center, anche questo centro si inserisce in un contesto naturale che favorisce il benessere dei pazienti.
Il Kálida Sant Pau accoglie i malati come in un vero e proprio rifugio, dove il supporto fisico e psicologico è integrato in un ambiente che stimola la serenità e la cura. Gli spazi sono progettati per essere altamente funzionali e rassicuranti, con professionisti dedicati alla riabilitazione fisica e al supporto psicologico. L’edificio è immerso nel verde e si collega direttamente all’ospedale vicino tramite un sentiero pavimentato che fiancheggia il quartiere in stile Art Nouveau, creando una connessione fluida tra l’ambiente naturale e la struttura ospedaliera. Il padiglione, di circa 400 m², si sviluppa su due piani, ciascuno con ambienti estremamente flessibili e luminosi, progettati per aprirsi verso il giardino. Questo legame con l’esterno è fondamentale per creare un’atmosfera di serenità, permettendo ai pazienti di godere della natura senza rinunciare alla privacy, che è garantita dai pergolati e dalla vegetazione.
Al piano terra si trovano spazi dedicati alla convivialità e alla socializzazione: la cucina, la sala da pranzo, la biblioteca e una sala polivalente. La disposizione di questi ambienti, aperti verso il giardino, favorisce un’atmosfera familiare, mentre gli elementi esterni schermano la vista del vicino ospedale. Al piano superiore, le camere si sviluppano intorno alla sala da pranzo, la cui doppia altezza conferisce un senso di apertura e dinamismo. Gli arredi e le finiture sono stati scelti per creare un’atmosfera domestica, con l’uso di colori caldi e materiali naturali, come il legno e le voltine in cotto non intonacate del solaio. Un dettaglio particolarmente interessante riguarda i davanzali interni delle finestre, progettati per essere utilizzati come sedute, offrendo ai pazienti la possibilità di godere della vista sul paesaggio circostante.
Tra i due piani gli architetti cercano di mantenere una continuità visiva e dinamica, grazie ai parapetti in vetro con inserti in legno. Le facciate sono trattate in maniera estremamente attenta, essendo il limite fisico tra interno ed esterno: realizzate in mattoni, richiamano il linguaggio dell’ospedale storico progettato da Domènech i Montaner, mentre le grandi aperture sono protette da lamelle in legno che offrono protezione dal sole e privacy. La luce naturale che entra nel padiglione è filtrata attraverso inserti geometrici in ceramica, che, oltre a conferire un tocco estetico distintivo, garantiscono una ventilazione ottimale, schermando l’interno. Il giardino è in parte delimitato da muretti in mattoni dall’andamento sinuoso, che riprendono gli stessi dettagli in ceramica della facciata e che sono talvolta affiancati da una seduta che ne segue la forma. Questi angoli di riposo sono completati da una pergola metallica color mattone, con la sua geometria curvilinea, che ritma e divide le aree destinate alle attività, creando zone protette che incoraggiano l’interazione.
Luogo: Barcellona, Spagna
Committenti: Kálida Foundation, Nous Cims, Fundació Privada de l’Hospital de la Santa Creu i Sant Pau, Maggie’s
Superficie: 400 m2 interni, 950 m2 esterni
Completamento: 2019
Progettazione architettonica e paesaggistica: Miralles Tagliabue – EMBT Architects
Team di progetto: Benedetta Tagliabue (architetto), Joan Callís (capo progetto), Valentina Nicol Noris (coordinamento di progetto)
Appaltatore principale: Construcciones Pérez Villora
Consulenti
Strutture: Bernúz Fernández Arquitectes
Impianti: Proisotec Enginyeria
Tutte le immagini courtesy Miralles Tagliabue – EMBT Architects
Irene Di Buono