Molto spesso si tende a considerare le strutture ricettive presenti nel cuore della città come destinazioni riservate esclusivamente ai turisti, distanti dalla quotidianità dei residenti. Tuttavia, in alcuni casi, grazie a strategie progettuali mirate, l’unione tra le esigenze di entrambi dà vita ad ambienti del tutto nuovi, capaci di essere uno stimolo per chi li frequenta per la prima volta e un punto di riferimento per chi abita il quartiere. Attraverso un’attenta analisi del contesto e delle necessità della comunità locale, alcuni progetti di strutture ricettive riescono a offrire una varietà di servizi, trasformandosi in autentiche piazze all’aperto, adattandosi alle mutevoli esigenze del quartiere. Un esempio emblematico è il progetto di Sou Fujimoto Architects, che sorge a Maebashi, a soli 100 km da Tokyo, dove è il primo di una serie di interventi, realizzati da progettisti giapponesi e stranieri, atti a rivitalizzare la città, rafforzando la sua identità e inserendola nell’asse culturale della regione. L’edificio, diventato un modello per le città giapponesi di medie dimensioni, trova posto sul suolo di un’antica locanda chiusa dopo 300 anni di attività, e trasferita da poco in un immobile di recente costruzione.
A causa di questo legame con la storia della città, lo Shiroiya Hotel è concepito come un vero e proprio salotto urbano, uno spazio dove sia le persone del posto sia i viaggiatori possono rilassarsi e godersi l’arte, la gastronomia e il verde. Lo studio articola il complesso in due parti: l’Heritage Tower e la Green Tower.
La prima è costituita da un edificio degli anni Settanta, ristrutturato in modo audace riportando in luce la superficie ruvida del cemento e sostituendo la traccia delle vecchie tubature d’acqua con delle lighting pipe, disegnate da Leandro Erlich e ispirate alle Città invisibili di Italo Calvino. Un grande atrio, visibile già dall’ingresso, rende quasi inesistente il confine tra interno ed esterno, invitando i visitatori a entrare. Nonostante formalmente sia un interno, esso è concepito come un’estensione del tessuto urbano, una piazza coperta a misura di città, con colonne in calcestruzzo e travi a vista, dove il susseguirsi di opere d’arte, arredi, tende e scale riproduce l’esperienza di muoversi in una città reale.
La Green Tower è, invece, un nuovo edificio integrato in una ripida collina nel contesto urbano che richiama il paesaggio tipico della riva del fiume Tonegawa, dei Monti Akagi e Haruna, compensando le differenze di quota. I visitatori vengono accolti dalle opere d’arte di Weiner e Sugimoto e, come se si visitasse un museo, ogni camera espone manufatti di artisti locali e di fama internazionale. Per rafforzare questa commistione, alcune di esse sono disegnate da grandi creativi quali Jasper Morrison, Michele de Lucchi e Leandro Erlich.
Shiroiya Hotel
Luogo: Maebashi, Giappone
Committente: Mars
Superficie totale:
Restauro 1744,52 m2
Nuovo edificio 820,94 m2
Completamento: 2020
Architetto: Sou Fujimoto Architects
Appaltatore principale: Fuyuki Kogyo
Consulenti
Strutture e meccanica: Ishi Sekkei
Paesaggio: Solso
Illuminazione: Light Design
Salvo diversamente indicato, foto: Katsumasa Tanaka, courtesy Sou Fujimoto Architects
Un altro significativo intervento di riqualificazione urbana che potrebbe innescare un’ondata di riuso adattivo nel quartiere in cui si insedia è il progetto di MVRDV per il Shenzhen Women & Children’s Centre, che trasforma una torre a uso misto in un colorato edificio che ospita un hotel e un insieme di servizi, tra cui una biblioteca, un auditorium, un teatro per bambini e una sala di terapia e sostegno. La torre, costruita nel 1994 durante il boom edilizio, era rimasta sfitta per molto tempo a causa di alcuni problemi di sicurezza riguardanti il piano terra. In seguito all’impegno della Cina nel diminuire le emissioni di carbonio nel 2030 e a neutralizzarle nel 2060, l’edificio è stato inserito tra quelli da riqualificare, poiché non rispondeva più alle esigenze iniziali.
Lo studio opta per una strategia sostenibile, evitando di demolire e ricostruire, conservando e consolidando la struttura e aggiungendo verso l’esterno una campata in alluminio; un gesto che non solo permette di abbattere l’immagazzinamento di calore pur mantenendo la ventilazione naturale, ma conferisce una nuova facciata composta da una griglia colorata, di forte impatto a livello urbano. Altri spazi si trasformano: il tetto diventa una terrazza panoramica a 360 gradi sul quartiere, mentre il cortile, originariamente utilizzato come parcheggio, si trasforma in uno spazio pubblico con area ristoro. Per rafforzare la connessione con la città, viene spostato l’ingresso della metropolitana all’interno della corte, liberando così il marciapiede esterno e decorando la pavimentazione dello spazio pubblico con cerchi colorati.
La facciata vivace e colorata attira l’attenzione dei passanti, segnalando la presenza dei servizi, mentre diventa più neutra nelle parti destinate alle camere d’hotel. L’approccio colorato e comunicativo prosegue nell’atrio principale, dove MVRDV disegna sia la lobby principale, capace di attrarre le persone verso gli spazi commerciali dell’edificio, sia quella destinata ai bambini, che conduce agli spazi educativi e ludici. Questo progetto, afferma Jacob van Rijs, socio fondatore di MVRDV, si propone di offrire un modello per evitare un’escalation di demolizioni e dare il via a una grande ondata di riuso adattivo, considerando che durante il boom edilizio molti edifici sono stati costruiti molto velocemente e non progettati per avere una lunga durata.
Shenzhen Women & Children’s Center
Luogo: Shenzhen, Cina
Committente: Shum Yip Group Limited
Superficie: 57.900 m2
Completamento: 2023
Architetto: MVRDV
Architetto locale, progettazione del paesaggio, elettrica, meccanica, idraulica: SZAD
Progettazione degli interni: Jiang & Associates
Coordinamento del progetto: Shenzhen Women & Children’s Building Operation and Management
Consulenti
Facciate: KGE (King Glass Engineering)
Strutture: Yuanlizhu Engineering Consultants
Illuminazione: BPI (Brandston Partnership Inc.)
Foto: Xia Zhi, courtesy MVRDV
Disegni: MVRDV
L’integrazione del programma delle strutture ricettive all’interno del tessuto urbano è espressa in maniera efficace nel progetto Vertigo, realizzato nel 2023 dallo studio Park Associati, dove il rinnovamento di una copertura viene sfruttato per completare una struttura alberghiera con spazi esterni. La nuova area dell’hotel nhow, infatti, dà vita a un luogo inedito che amplia le funzioni di intrattenimento di uno dei centri di riferimento per gli eventi internazionali del design e della moda a Milano, il Design District di Zona Tortona. Versatilità e multifunzionalità sono i caratteri fondamentali di questo spazio, insieme all’attenzione per l’esperienza del visitatore, avvolto da un suggestivo effetto “vertigine”.
La copertura diventa lo scenario ideale per tre piscine dal forte impatto cromatico e percettivo, strettamente legate al contesto urbano circostante, un ex complesso industriale degli anni Venti. Per questo, lo studio lavora sui macro-elementi dell’impianto di produzione di turbine elettriche, ragionando sui volumi, sui pieni e sui vuoti, sul rapporto tra concavo e convesso, reinterpretando in chiave contemporanea il carattere industriale dell’edificio e del distretto. L’effetto vertigine è ottenuto grazie alla piscina principale, completamente in aggetto, mentre quelle più piccole possono essere svuotate, contribuendo ad avere funzioni e configurazioni diverse, passando da solarium a spazio per eventi e sfilate. Progetti come lo Shiroia Hotel di Sou Fujimoto Architects, il Shenzhen Women & Children’s Center di MVRDV e il Vertigo di Park Associati dimostrano come sia possibile trasformare gli hotel in luoghi dinamici e inclusivi, veri e propri punti di riferimento per la città. Infatti, considerando questi tre progetti, lo studio della storia del quartiere e delle sue esigenze emerge come una delle strategie più efficaci per includere nel programma alberghiero servizi in grado di assorbire la vivacità della città.
L’approccio scelto consente di evitare la realizzazione di strutture ricettive concepite unicamente come luoghi di transito e di sviluppare invece autentici luoghi di incontro, centri di socializzazione in grado di servire anche i residenti locali. L’introduzione di attività che valorizzano la tradizione, l’arte e l’educazione può quindi contribuire fortemente a trasformare gli spazi comuni all’interno degli hotel in ambienti dove la distinzione tra interno ed esterno si dissolve quasi completamente, favorendo la coesione sociale.
Vertigo
Luogo: Milano
Committente: Finanziaria Internazionale Investments SGR
Superficie: 753 m2
Completamento: 2023
Architetto: Park Associati
Direzione Lavori: Consalez Rossi Architetti Associati
Appaltatore principale: SMV Costruzioni
Consulenti
Impianti: Tekser
Strutture: Sajni e Zambetti
Contractor Piscine: Myrtha Pools
Coordinamento della sicurezza: Gruppo Prisma
Foto courtesy Park Associati
Irene Di Buono