In un’epoca in cui i temi dell’inclusione e dell’accessibilità stanno acquisendo un’importanza crescente a livello globale, anche il settore del turismo montano sta vivendo una trasformazione. Le montagne, da sempre simbolo di natura incontaminata e di benessere, si stanno progressivamente riconfigurando come luoghi di incontro tra salute, natura e accessibilità. L’obiettivo è garantire a tutti, indipendentemente dalle proprie condizioni pisco-fisiche, la possibilità di vivere l’esperienza del wellness in alta quota. La montagna, pertanto, non è più solo un ambito esclusivo per pochi, ma un contesto inclusivo dove ciascun individuo può trovare il proprio equilibrio. Tuttavia, la realizzazione di questa visione comporta sfide tecniche e progettuali significative, che coinvolgono non solo la costruzione di infrastrutture ma anche la pianificazione di percorsi e spazi naturali accessibili. Uno degli aspetti più complessi riguarda l’accessibilità dei sentieri escursionistici, un tema di crescente rilevanza nel panorama del turismo montano. La realizzazione di percorsi inclusivi, infatti, non è priva di difficoltà, sia per la varietà delle esigenze degli utenti sia per la complessità delle condizioni del territorio. Attualmente, non esistono standard univoci per l’accessibilità dei sentieri e le esigenze variano ampiamente a seconda delle condizioni fisiche e delle capacità motorie degli individui. Mentre per un accompagnatore esperto una pendenza moderata può sembrare facilmente affrontabile con una sedia a rotelle, la stessa pendenza può risultare insormontabile per una persona anziana o con disabilità motorie. In questo contesto, diventa cruciale sviluppare una classificazione dei sentieri che tenga conto delle diverse necessità, un approccio che sta cominciando a essere adottato in alcuni paesi europei. In Austria, ad esempio, sono in corso progetti per la classificazione dei sentieri escursionistici, che prevedono categorie come “Rolli” (facili), “Rollischub” (medi) e “Rollitrack” (difficili), pensate per adattarsi a diverse tipologie di utenti, compresi quelli con mobilità ridotta. Sebbene iniziative di questo tipo stiano emergendo anche in altre nazioni, in Italia la standardizzazione dell’accessibilità dei
sentieri è ancora in fase di sviluppo. Tuttavia, esistono esempi positivi di amministrazioni locali che si sono impegnate concretamente in questa direzione. Il Comune di Renon, ad esempio, ha istituito un referente per l’accessibilità e la sostenibilità, un passo importante per sensibilizzare la comunità e le autorità locali sulla necessità di progettare spazi montani accessibili a tutti. Queste iniziative stanno contribuendo a creare una maggiore consapevolezza riguardo ai bisogni delle persone con disabilità e stanno stimolando un dialogo costruttivo tra amministrazioni pubbliche e operatori turistici.
L’iniziativa di “Alto Adige per tutti” rappresenta un passo fondamentale verso un turismo montano realmente inclusivo, che rende la natura dell’Alto Adige accessibile e sicura per un pubblico ampio e diversificato. Grazie alla guida “Vivi la natura senza barriere”, le montagne diventano luoghi di accoglienza universale, dove chiunque – indipendentemente dalle capacità fisiche – può vivere un’esperienza immersiva e rispettosa del territorio.
Sono quarantacinque gli itinerari descritti con grande dettaglio, corredati di mappe georeferenziate e da una vasta collezione di fotografie che illustrano i percorsi. I percorsi selezionati sono caratterizzati da pavimentazioni uniformi e pendenze moderate, criteri fondamentali per la sicurezza e la fruibilità da parte di persone con mobilità ridotta. La maggior parte degli itinerari si sviluppa su strade forestali non asfaltate o su sentieri boschivi, dove il fondo può risultare a tratti sassoso, leggermente ghiaioso o interrotto da radici. Poiché questi tratti possono rappresentare un ostacolo per passeggini o sedie a rotelle, ogni descrizione fornisce dettagli su eventuali irregolarità del percorso, per preparare adeguatamente i visitatori alle sfide che potrebbero incontrare.
La guida sottolinea inoltre l’importanza di affrontare la montagna in compagnia, un consiglio valido per tutti i visitatori ma particolarmente utile per coloro che potrebbero avere bisogno di assistenza nel superare piccoli imprevisti lungo il cammino. Per migliorare ulteriormente l’esperienza, vengono segnalati i punti di ristoro presenti lungo i percorsi, offrendo informazioni utili per programmare soste rigeneranti e punti di incontro. Un aspetto fondamentale da considerare nel dibattito sull’accessibilità in montagna è il legame intrinseco con il concetto di sostenibilità. L’accessibilità, infatti, non è solo una questione di diritti, ma una reale opportunità per migliorare l’esperienza turistica e per stimolare un modello di sviluppo sostenibile che rispetti le esigenze di tutti gli utenti, indipendentemente dalle loro capacità fisiche.
Un esempio concreto di come progettare spazi accessibili in montagna, pur preservando il patrimonio storico e culturale, è dato dalla stazione ferroviaria di Maria Himmelfahrt, recentemente rinnovata con l’installazione di un ascensore per sedie a rotelle. Nonostante il suo valore storico, la stazione è stata trasformata in un luogo senza barriere architettoniche, dimostrando che l’accessibilità può essere integrata anche in edifici storici, senza compromettere la loro identità culturale. Maria Himmelfahrt, una piccola frazione del comune di Renon, è un luogo che ha radici storiche profonde, risalenti al XVII secolo, quando le famiglie nobili di Bolzano iniziarono a costruire ville estive per sfuggire al caldo della valle.
Questa tradizione di villeggiatura, che ha plasmato il concetto di “vacanza estiva”, è ancora oggi viva nella zona, ma si sta adattando alle esigenze del presente, con un’attenzione particolare all’inclusività e all’accessibilità. Haus Himmelfahrt, uno degli edifici storici della frazione che attualmente ospita quattro appartamenti vacanze, ha saputo rispondere alle esigenze di inclusività attraverso una progettazione attenta e mirata. Ogni aspetto della struttura è stato pensato per garantire l’accesso a tutti, dalle persone con disabilità fisiche permanenti a quelle con difficoltà temporanee o legate all’età. L’ingresso ei parcheggi sono stati progettati in modo da essere accessibili in sedia a rotelle. Inoltre l’edificio è dotato di un ascensore con comandi in Braille per garantire l’accesso a tutti i piani. Gli appartamenti non hanno soglie e sono dotati di porte scorrevoli e ampi balconi per facilitare i movimenti. Ogni bagno è privo di barriere architettoniche, con docce a soglia zero e maniglioni di supporto. Le cucine sono accessibili a persone con mobilità ridotta, con piani di lavoro e elettrodomestici facilmente raggiungibili.
Le camere da letto sono dotate di letti regolabili e le finestre sono posizionate in modo che anche chi usa una sedia a rotelle possa godere della vista sul giardino. In due appartamenti, il divano letto presente nella zona cucina- soggiorno integra un letto ortopedico completamente attrezzato. Infine le aree comuni della zona benessere e della sauna sono completamente accessibili, e per consentire allenamenti anche a chi ha mobilità ridotta sono stati scelti attrezzi innovativi come il WaterGrinder. Inoltre, Haus Himmelfahrt promuove attivamente l’inclusività collaborando con progetti sociali e sostenendo iniziative che coinvolgono persone con disabilità. I suoi arredi, per esempio, provengono da progetti che impiegano persone con difficoltà, contribuendo così a una forma di benessere che va oltre il semplice relax fisico, ma che abbraccia anche il benessere sociale. Nella struttura vengono utilizzati bicchieri fatti a mano da vecchie bottiglie di vino e materassi biologici realizzati da un progetto sociale locale.
La sostenibilità è un altro pilastro fondamentale per Haus Himmelfahrt. Durante la sua ristrutturazione, l’edificio ha migliorato il proprio bilancio climatico, passando dalla classe energetica G alla C, e ha sostituito il sistema di riscaldamento a gas con uno a pellet. Gli ospiti sono anche incoraggiati a ridurre l’impronta ecologica durante la loro permanenza, utilizzando i trasporti pubblici, acquistando prodotti locali e biologici, e limitando il consumo di acqua ed energia.
Luogo: Soprabolzano sul Renon, Bolzano
Committente: Gabriel N. Toggenburg
Superficie: 400 m2
Architetto: Michele Stramandinoli
Appaltatore principale: Hubert Schweigkofler
Consulenti
Carpenteria: Pechlaner Nikolaus & Urban
Arredi in legno: Tischlerei Pattis
Impianti elettrici: Joachim Unterhofer
Impianti idraulici e HVAC: Hyraulikcom
Accessibilità: Gabana
Foto: Marlene Rahmann, courtesy Gabriel N. Toggenburg
La montagna, con il suo ambiente incontaminato, la tranquillità e l’aria pura, offre benefici che vanno ben oltre il semplice piacere del turismo. In particolare, questi luoghi naturali si rivelano particolarmente favorevoli per le residenze di cura, dove l’ambiente montano diventa un potente alleato nel miglioramento della salute e del benessere.
La natura, infatti, non solo favorisce il recupero fisico e psicologico, ma supporta anche l’inclusività e l’accessibilità, creando un contesto che stimola la qualità della vita delle persone in cura. Il Wohn- und Pflegeheim Plaids è una struttura residenziale per la cura di persone affette da demenza, che unisce architettura e attenzione alle esigenze individuali per creare un ambiente sicuro e stimolante. Il modello di cura si basa su un’assistenza empatica e personalizzata, con l’uso di tecniche come la “stimolazione sensoriale” e la “validazione”, per costruire un rapporto di fiducia che supporta memoria e identità. Il complesso architettonico – ubicato in una zona poco trafficata che quindi offre anche la possibilità di passeggiate all’esterno – è stato progettato senza barriere, seguendo un modello integrativo, con spazi comuni aperti e accessibili.
Gli ospiti possono muoversi liberamente e le aree esterne comprendono un giardino protetto, un orto e terrazze che offrono stimoli sensoriali naturali. Gli spazi comuni – soggiorno, palestra e caffetteria – sono pensati, come le stanze per il comfort senza barriere, con arredi dedicati al relax. Inoltre nelle stanze sono presenti oggetti personali per favorire il benessere. Ogni ospite viene trattato come individuo unico, con un piano di cura che rispetta la volontà personale. La struttura adotta anche il metodo biografico e la validazione per instaurare relazioni empatiche che rafforzano il benessere psicologico e il senso di identità, grazie a stimoli come terapia dei colori e stimolazione basale.
Luogo: Flims, Svizzera
Committente: Stiftung Wohn- und Pflegeheim Plaids
Superficie: 1.895 m2
Completamento: 2023
Progetto architettonico e degli interni: Caminada Architekten
Titolare, capo progetto: Marcel Caminada
Consulenti
Paesaggio: Querbeet Gartenbau
Strutture: Bänziger Partner
Illuminazione: Neuco
Progettazione elettrica: Albert Gisler, Raffaele Spano
HVAC, progettazione idraulica: Giovanoli Gebäudetechnik
Foto: Gaudenz Danuser Photography, courtesy Caminada Architekten
Questi esempi mostrano come le architetture montane e le strutture di assistenza possano essere progettate non solo per ospitare persone di ogni abilità, ma anche per offrire loro esperienze ricche, sicure e rispettose dei bisogni individuali. Integrando accessibilità e sostenibilità, è possibile costruire spazi che migliorano la qualità della vita per tutti gli utenti, offrendo modelli che potrebbero ispirare il futuro del turismo e dell’assistenza in montagna.
Chiara Carrara