Outdoor school. Le classi all’aperto che cambiano il modo di fare didattica

Il settore della didattica è sempre in evoluzione, tra la ricerca di nuovi metodi di insegnamento e la sperimentazione di nuovi ambienti per l’apprendimento. Nonostante alcuni tra i maggiori studi scientifici sulla materia siano attribuiti a Rousseau e Fröbel, negli ultimi anni è stato riscoperto il settore dell’outdoor school, ovvero un approccio educativo che promuove la correlazione tra gli spazi all’interno e quelli all’esterno degli edifici scolastici. Recentemente, l’attenzione su questo argomento è cresciuta non solo grazie all’avvicinarsi ai temi della sostenibilità e dell’ecologia, ma anche in seguito a ragionamenti derivati dal periodo post-pandemico. Benché gli ambienti all’aperto siano quasi sempre visti come spazi dedicati alla ricreazione o allo sport, fare didattica outdoor non significa semplicemente spostare all’esterno le attività originariamente in aula, né aumentare i momenti di gioco. Infatti, secondo questo approccio, le esperienze all’aperto coinvolgono gli alunni in maniera diversa, lasciandoli liberi di imparare attraverso il proprio corpo, includendo attività di tipo percettivo-sensoriale e socio-motorie.

 

Progetti come quello di Giovanni Fumagalli, dello studio CC91, per il rifacimento del giardino dell’Istituto Marymount a Roma, dimostrano come la combinazione di classi all’aperto e spazi sensoriali possano garantire esperienze molto coinvolgenti e complete. La scelta e l’articolazione degli ambienti lasciano intendere l’attenta fusione tra i saperi architettonici dello studio e quelli scientifici di Lidia Tavani, insegnante, antropologa e pedagogista. Riprendendo il pensiero di numerose scuole europee e statunitensi, secondo le quali l’esperienza e l’esperimento sono tappe fondamentali nell’apprendimento, il progetto ridisegna due spazi rettangolari già esistenti, separati da un percorso semicoperto. A ovest, su una piattaforma in legno, trova posto un’aula all’aperto, composta da una tettoia in pino silvestre completata da un sistema di ombreggiamento in tessuto, sotto la quale sono posizionati tavoli, sgabelli e panche.

Lo spazio è dotato di lavagne, attrezzature in legno e di un punto d’acqua, elementi che permettono di diversificare le lezioni e le attività proposte, spingendo gli alunni a relazionarsi con l’ambiente circostante e a formarsi in maniera autonoma. La classe è circondata da un intreccio di pavimentazioni diverse come erba, gomma colorata, ghiaia e cemento, che proseguono anche nella parte est del giardino, collegata alla precedente tramite una passerella centrale.

In questa sezione è stato progettato un mosaico laboratoriale dedicato alla luce, al suono, agli odori, alla manipolazione e al riposo, dove si svolgono attività individuali e di gruppo, di coding e di esplorazione. Partendo dalla forma base del telaio in legno, alcuni elementi sono stati lasciati volutamente spogli o non finiti, in modo tale che siano i bambini e gli insegnanti a completarli con manufatti o pannelli didattici, stimolando così la curiosità e il senso di responsabilità degli alunni. Infine, sono state inserite strutture che permettono di esercitare il sistema attentivo-esecutivo, attività ideale per tutti gli alunni, ma in particolare per coloro che hanno (o potrebbero avere) una diagnosi di Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA). Durante il periodo pandemico, l’uso intenso di questa parte della scuola ha rimesso in luce il grande potenziale degli spazi didattici all’aperto, tanto da ampliarla con un’aula tra gli alberi.

Luogo: Roma
Committente: Istituto Marymount di Roma
Superficie: 500 m2
Completamento: 2020
Architetto: CC91
Team di progetto: Giovanni Fumagalli, Lorenzo Caporro, Simona Malizia
Antropologa e pedagogista: Lidia Tavani
Foto: Giovanni Fumagalli, Lidia Tavani
Tutte le immagini courtesy CC91

 

Un altro progetto capace di riqualificare un’intera porzione di edificio è la Tubman Elementary School di ISTUDIO Architects a Washington; costruita negli anni Settanta, la scuola aveva una corte interna ormai obsoleta e fatiscente, che necessitava di un intervento di riuso. In primo luogo, lo studio ha svolto un adeguamento degli spazi tramite la realizzazione di un sistema di rampe e, successivamente, ha portato avanti un dialogo con studenti e insegnanti per individuare le necessità principali degli utenti, articolando lo spazio in tre parti: un giardino didattico, un’aula all’aperto e una cucina esterna.

L’accostamento di questi tre elementi nasce dall’idea di voler insegnare agli studenti come funzionano la biodiversità e il ciclo dell’acqua, riutilizzando quella piovana, osservando gli animali e cucinando gli alimenti coltivati nell’orto. All’interno di un giardino completamente accessibile e in parte coltivato, trova posto l’aula, una struttura composta da tre leggeri portali in acciaio, verniciati di verde vivo, che sorreggono una copertura semitrasparente, la cui forma ricorda quella di un aeroplano di carta. Questo particolare andamento permette di esplicitare visivamente la gestione dell’acqua, che viene portata a terra tramite elementi a vista e raccolta per innaffiare la vegetazione circostante. Sotto la copertura, oltre a tavoli e sedie, è presente un elemento in legno per il deposito dei materiali didattici che, grazie al rivestimento in policarbonato, è allo stesso tempo un supporto per la scrittura. Come legame con la corte esistente, sono stati mantenuti dei lunghi gradini, sviluppati intorno al perimetro esterno, per offrire l’occasione di lezioni più libere e informali. Allo stesso modo, sono stati recuperati alcuni vecchi mattoni, che insieme a quelli nuovi hanno ricomposto la pavimentazione.

Un tema di riflessione importante per i progetti di aule outdoor, è quello della scelta dei materiali, che non solo devono essere adatti al tipo di utenti, ma devono essere resistenti ai fenomeni atmosferici. In questo caso la cucina è in acciaio inox, e, nonostante tutte le parti tecniche siano a vista per scopi didattici, è progettata per resistere al clima esterno. Il progetto ha vinto numerosi premi, come il World Design Awards, Built Landscape, nel 2021 e i suoi spazi si sono rivelati talmente versatili da essere utilizzati per ospitare eventi serali e mercati di agricoltori.

Luogo: Washington D.C., USA
Committente: District of Columbia Department of General Services
Completamento: 2018
Architetto: ISTUDIO Architects
Capo progetto: Rick Schneider
Appaltatore principale: Broughton Construction
Consulenti
Strutture: BEI Structural Engineers
Impianti: Setty & Associates
Foto: Dan Snook Photography
Tutte le immagini courtesy ISTUDIO Architects

 

Con il fine di rendere il concetto di classe all’aperto di più facile e veloce applicazione, lo studio O’DonnellBrown avvia The Community Classroom, un progetto di ricerca atto alla realizzazione di un luogo per l’apprendimento personalizzabile, modulabile e smontabile, il cui prototipo si trova a Glasgow, nel Regno Unito. L’idea è quella di fornire ai clienti e alle scuole un kit, completo di manuale d’uso, costituito da elementi in legno per la parte strutturale e da pannelli in compensato per i tamponamenti, da configurare in base all’attività prescelta per realizzare superfici espositive, piani d’appoggio e di lavoro o sedute.

Per riparare l’ambiente interno dal sole o dal vento, la struttura è completata da tende impermeabili semitrasparenti, che scendono dalla copertura e proteggono la classe, oltre a creare interessanti giochi di luce. Uno degli aspetti prioritari per gli architetti è stato quello di privilegiare le forme e i dettagli semplici, poiché l’allestimento dello spazio è pensato a carico della comunità e degli studenti, che possono configurarlo in base alle proprie esigenze. Dalla sua realizzazione, sono state ospitate numerose lezioni e laboratori, immaginando anche possibili strategie di espansione tramite gli stessi moduli. Grazie ai casi studio esposti emergono alcuni vantaggi dell’Outdoor School, come la maggiore facilità da parte degli alunni nell’esprimere in maniera più evidente e spontanea le emozioni e il rafforzamento del legame con gli insegnanti.

Alcune ricerche (Washington State Office of Superintendent of Public Instruction, Empirical Evidence Supporting Benefits of Outdoor School and Experiential Learning Programs, 2015) hanno evidenziato come in numerosi casi analizzati il rendimento sia aumentato, mentre altre sostengono ci siano miglioramenti diretti sulla salute, come cali dell’ansia e dello stress. A livello architettonico, questi tipi di interventi si rivelano interessanti perché spingono le scuole a introdurre spazi diversi e flessibili, in grado di rinnovare le strutture scolastiche, di soddisfare al meglio i propri utenti e di sviluppare legami con il territorio circostante.

Luogo: Glasgow, Regno Unito
Committente: Ricerca autonoma
Superficie: 24 m2
Completamento: 2019
Architetto: O’DonnellBrown
Foto: Ross Campbell
Tutte le immagini courtesy O’DonnellBrown

Irene Di Buono