Per rigenerazione urbana spesso si intende un insieme di azioni e iniziative volte a promuovere lo sviluppo sostenibile e l’inclusione sociale all’interno delle città, coinvolgendo differenti attori e saperi. Questi interventi si identificano in progetti che mirano a recuperare beni sottoutilizzati o poco attuali, per trasformarli in ambienti attivi socialmente ed economicamente, spesso sfruttando strategie riproducibili altrove. Infatti, essi si possono tradurre in azioni puntuali, all’interno del tessuto urbano, fino a interessare e collegare parti di territorio più ampie. Tra gli strumenti più efficaci si può annoverare l’utilizzo dell’arredo urbano, che può risultare determinante per la costituzione di una nuova identità dei luoghi, contribuendo alla definizione di nuovi scenari sociali.
Un esempio significativo è il progetto One Green Mile (2022), frutto della collaborazione tra lo studio di architettura olandese MVRDV e quello di urban design indiano StudioPOD che affronta l’impatto negativo di un’infrastruttura sottoutilizzata per rispondere alla scarsità di aree urbane e verdi all’interno della città di Mumbai. I presupposti dettano i principi per trasformare l’area sottostante di un cavalcavia, luogo spesso rigido e trascurato, in uno spazio pubblico per l’intera comunità, costituendo un nuovo modello di riferimento, sostenibile e ripetibile. L’intervento segue i canoni dell’economia circolare: sfrutta lo spazio coperto, aumenta il valore del luogo e può essere replicato a beneficio di altre città.
Nello specifico, esso viene applicato a un tratto di lunghezza di 200 metri, ma in futuro si prevede la prosecuzione lungo l’intero tratto autostradale, pari a 11 chilometri, di cui il cavalcavia è parte integrante. Lo studio di progettazione locale si è occupato della riqualificazione e della pianificazione urbana a grande scala, intervenendo su 1.800 metri di paesaggio stradale e migliorando la mobilità e i collegamenti tra le aree circostanti, mentre lo studio olandese ha collaborato per la parte più trasformativa dello spazio sottostante al cavalcavia, noto come Parel Baug.
Sinuose strisce blu si snodano su una pavimentazione ondulata, definendo un’identità visiva coesa, utilizzata in tutti gli elementi dello spazio. Si identifica così una sorta di paesaggio collinare che trasforma le caratteristiche bidimensionali in un’esperienza spaziale tridimensionale, accogliendo un’ampia gamma di funzioni e fornendo un’attrazione fisica dinamica. I colori, vivaci nei materiali e nella grafica, sottolineano l’unità della nuova area urbana e contribuiscono a rendere riconoscibili tutti gli elementi che la compongono. Trovano spazio una serie di “stanze” pubbliche dove si susseguono molteplici funzioni: un lounge, una palestra, un’area salotto ombreggiata, uno spazio attrezzato per gli spettacoli e una sala lettura. Uno tra gli aspetti green è rappresentato dall’uso del verde, sotto forma di schermature solari ed elementi decorativi, che promuove la biodiversità, rinfresca gli spazi circostanti e attenua l’inquinamento acustico dell’area. Questa vasta rete di piante viene irrigata grazie allo sfruttamento delle opere di ingegneria che provvedono a immagazzinare e filtrare l’acqua piovana, proveniente dai monsoni. Inoltre, l’intervento, nel suo insieme, migliora l’accessibilità dell’area, grazie ai collegamenti pedonali, ciclabili e attraversamenti luminosi di cui si compone, integrandosi all’interno di una rete di mobilità ininterrotta che predilige l’uso della bicicletta. L’illuminazione, affiancata a elementi programmatici e di arredo urbano, contribuisce a rendere riconoscibile e sicuro il luogo nel corso dell’intera giornata. Il progetto dimostra come il significato di cavalcavia possa assumere un ruolo innovativo che, oltre a svolgere la sua funzione primaria, diventa un attrattore sociale indispensabile all’interno di una città fortemente popolata e priva di spazi verdi di relazione.
Stefan de Koning, partner di MVRDV, così riassume l’intento progettuale: «One Green Mile pone la domanda: e se ci aspettassimo che le autostrade restituissero qualcosa ai luoghi che attraversano? Un cavalcavia può fornire un po’ d’ombra in una città calda e crea una piccola area di terreno che non può essere sviluppata con edifici alti. Non è un’idea così folle farne uno spazio pubblico».
Un intervento puntuale, sviluppato all’interno del tessuto urbano, è quello del Manifesto Market, disegnato dallo studio Chybik+Kristof, e realizzato a Praga nel 2021. Esso si configura come un mercato pop-up, il terzo di una serie di eventi a tema alimentare temporanei dello stesso marchio che, potendo essere smontati e spostati, hanno l’obiettivo di rigenerare un vuoto urbano sottoutilizzato. Situato nel quartiere di Andel e ben collegato alla zona residenziale, il mercato prevede 13 ristoranti, due bar e una zona culturale completata da un palco. Ispirandosi alla forma peculiare del tessuto urbano della città, ovvero alla tipologia del cortile, si susseguono diversi ambienti, distinti qualitativamente grazie al diverso impiego dell’illuminazione, del mobilio e degli spazi verdi. Questa dinamicità è ripresa anche sui fronti che dividono gli spazi dall’esterno, concepiti in maniera permeabile e attraversabile, in grado di stimolare e coinvolgere anche utenti esterni o di passaggio.
Il tratto identificativo a livello urbano è senza dubbio la complessa impalcatura blu che sostiene i chioschi in metallo, organizzati attorno ai cortili, e che si appoggia su una pavimentazione in legno, atta a nascondere i servizi tecnici. Tale struttura metallica è pensata per incorporare le luci, la segnaletica e gli altoparlanti, fungendo da terrazza galleggiante e incorniciando i vivaci spazi per i diversi eventi previsti nel livello inferiore.
Il design reversibile e la filosofia del riuso secondo i quali è concepito il progetto permettono di collocarlo tra gli esempi di strategie ecologiche e sostenibili di rigenerazione urbana. Infatti, i moduli in lamiera possono essere composti e ricomposti secondo infinite forme e combinazioni, rendendo il concept adattabile a diversi vuoti urbani. Questi, alimentati da energia pulita proveniente da fonti rinnovabili, ospitano arredi di seconda mano, già usati in altri progetti precedenti, come quello nella città di Smichov.
Dai due progetti analizzati emerge, quindi, come tali strategie siano in grado di trasformare luoghi trascurati, poco sicuri e sottoutilizzati in ambienti vivaci, efficienti e capaci di identificare nuovi punti d’incontro e di riferimento per i cittadini. Inoltre, essi contribuiscono a incrementare la qualità e la quantità degli spazi verdi del tessuto urbano, seguendo un’ottica di sviluppo più sostenibile. Tuttavia, è necessario che ciascun intervento sia il risultato di innumerevoli ricerche e studi che possano coinvolgere molteplici soggetti e la comunità stessa, al fine di garantire nel tempo la durabilità e la funzionalità dello spazio così rigenerato.
Nome progetto: Manifesto Market
Luogo: Praga, Repubblica Ceca
Committente: City of Andel
Superficie: 2600 m2
Completamento: 2021
Architetto: Chybik+Kristof
Fornitori: Koma Modular, mmcité
Salvo diversamente indicato, Foto: © Studio Flusser, courtesy Chybik+Kristof
Disegni: © Chybik+Kristof