Alla concezione più tradizionale di scuola, vista come luogo pubblico destinato alle attività didattiche e formative, si sta integrando una visione più ampia che pone l’edificio scolastico come centro propulsore di un nuovo modo di vivere la città e i suoi territori. Si riscontra infatti la volontà di realizzare architetture che danno valore anche agli spazi collettivi, aperti alla comunità, definendo un legame simbiotico tra i luoghi dell’apprendimento e il contesto urbanizzato. Il risultato può portare effetti benefici sui cittadini e sulle città stesse, attivando processi di rigenerazione urbana che coinvolgono la mobilità dolce, la sostenibilità ambientale e possono ridisegnare i rapporti con le aree verdi pubbliche e con quelle dedicate alle attività motorie. Inoltre, la flessibilità degli spazi, la condivisione e l’istituzione di aree più informali tracciano le basi per un approccio pedagogico innovativo.
Il progetto per il nuovo Polo didattico dell’École Polytechnique, presso l’Università Paris-Saclay, ne è un esempio, nato dalla volontà di estendere il paesaggio e portare la natura del grande parco antistante all’interno degli ambienti scolastici. Il team, costituito da Sou Fujimoto Architects, OXO Architectes, Nicolas Laisné Architectes e DREAM, dopo aver vinto l’iniziale concorso di progettazione, ha recentemente inaugurato il complesso. All’interno convivono programmi di studio appartenenti a sei istituti di istruzione e di ricerca francesi che, nel loro insieme, costituiscono un nuovo punto di convergenza e di incontro per la comunità di Parigi, accogliendo fino a 1.470 studenti. L’edificio, nel suo essere trasparente, poroso e aperto rispetto all’ambiente circostante, rivela le attività che si svolgono nel suo cuore e stabilisce un rapporto diretto con il quartiere. Una grande facciata trasparente si apre sul vasto spazio pubblico verde caratterizzato da camminamenti e alberature, rendendo sempre più labili i confini tra spazi indoor e outdoor.
All’interno vi è un ampio atrio che, sviluppandosi per tutto il fronte e sui quattro livelli dell’edificio, si snoda tra rampe di scale, passerelle e piattaforme definite “anfiteatri spontanei”, delineando spazi d’incontro e di lavoro informali. L’insieme architettonico accoglie una leggera vegetazione e prevede un’articolata copertura vetrata che favorisce il passaggio di luce soffusa, la cui forma è riconducibile a una rete poligonale. Il progetto promuove spazi comuni vivi e flessibili, caratterizzati da scenari dinamici, a cui vengono affiancati spazi pedagogici innovativi. Oltre alle aule per la didattica in presenza, sono presenti aule per l’apprendimento a distanza e per le videoconferenze, oltre a spazi per il lavoro collaborativo come “box-work” e “project room”.
L’obiettivo è quello di offrire un sistema educativo basato sull’interattività e sugli strumenti digitali. Il centro didattico include, inoltre, un anfiteatro da 250 posti, tre sale da 80 posti ciascuna e una caffetteria. L’ambizione di realizzare un unico edificio per condividere spazi didattici, ottimizzando ambienti costruiti e tempi di occupazione delle aule, attraverso un uso responsabile delle risorse, viene ampiamente soddisfatta e restituisce ambienti di qualità, fruibili a un vasto pubblico.
Luogo: Palaiseau, Francia
Committenti: École Polytechnique, l’Institut Mines-Télécom, ENSTA ParisTech, ENSAE ParisTech, AgroParisTech, IOGS
Superficie: 10.000 m2
Completamento: 2023
Architetto mandatario: Sou Fujimoto Architects (Sou Fujimoto, Marie de France, Adrien de Lassence)
Partner di progetto: Nicolas Laisné Architectes (Nicolas Laisné, Margaux Desombre), OXO Architectes (Manal Rachdi, Jean-Paul de Moura, Traian Bompa, Helena Frigola, Irene Bargués), DREAM (Dimitri Roussel)
Consulenti
Strutture: EGIS Bâtiment
Paesaggio: MOZ Paysage
Ingegneria ambientale: Franck Boutté
Illuminazione: Les Eclaireurs
Acustica: Lamoureux Acoustics
Foto e disegni courtesy SFA, OXO, NLA & DREAM
Queste tematiche diventano ricorrenti e permettono di sfruttare il potenziale spaziale concentrando un’ampia gamma di attività anche in lotti piuttosto ristretti, come nel caso della Shanfeng Academy, nuova sede della scuola bilingue Mountain Kingston. Il complesso si trova nella città di Suzhou, in Cina, e si pone come l’interfaccia tra spazi culturali pubblici e ambienti scolastici. Lo studio di progettazione, Open Architecture, trae ispirazione dai vicini Giardini Classici, patrimonio mondiale Unesco, e ristabilisce un contatto con la vegetazione all’interno dei nuovi volumi. Partendo da un edificio massiccio, operazioni di scomposizione e separazione hanno permesso di ricavare cinque corpi singoli, dalle forme riconoscibili, collegati tra loro tramite passerelle poste al primo livello. Queste, assieme alle corti centrali al piano terra, originate dalla sottrazione dei volumi, ospitano i giardini del complesso, piacevoli rifugi e luoghi di ritrovo con alberi, erbe e piante aromatiche. Il collegamento tra spazi vuoti e corpi solidi avviene grazie a percorsi semi-esterni porticati, caratterizzati dal gioco di luci e ombre che permeano all’interno.
L’architettura è stata pensata come un elemento inclusivo della città stessa e non presenta alcuna recinzione, tuttavia il suo sviluppo è rivolto verso l’ambiente interno, più protetto rispetto al contesto circostante. In quest’ottica, i vuoti assumono maggior importanza e forniscono spazi dove rallentare, rilassarsi e ammirare il movimento del cielo e delle nuvole, delle gocce di pioggia e delle foglie che cadono, assistere al continuo trascorrere del tempo e al cambiamento delle stagioni. Oltre ai 2.000 studenti, tutti i cittadini possono accedere ai servizi presenti, come il teatro, il centro sportivo e la piscina, la biblioteca e la caffetteria. Ciascuno di questi ambienti possiede una propria personalità che va a caratterizzare l’intero complesso. Il volume di maggior spicco accoglie il teatro e presenta una copertura curva che si innalza in corrispondenza dell’ingresso principale, mentre nel suo punto più basso lascia spazio a un giardino di bambù da cui è possibile intravedere la città. La biblioteca, invece, riunisce la cosiddetta torre del libro che predilige lo sviluppo verticale e l’anello di lettura che, sviluppandosi orizzontalmente, circonda una corte d’acqua e accoglie una gradonata illuminata da una luce opalescente che filtra dall’enorme lucernario.
Gli spazi dedicati alle attività motorie sono collocati su una scatola vetrata affacciata al giardino d’autunno, mentre il campo da tennis all’aperto trova posto in copertura. Nel loro insieme tutti e cinque i volumi lavorano in modo sinergico e sono accomunati da un involucro edilizio in calcestruzzo bianco. Questo rende omaggio all’architettura tipica del luogo e definisce una texture materica, grazie ai pannelli in legno utilizzati durante la messa in opera. Infine, il complesso offre anche un’esperienza sensoriale, che deriva da un accurato design degli spazi outdoor, con giochi e specchi d’acqua, cambi di pavimentazione e specie di vegetazione differente.
Luogo: Suzhou, Jiangsu, Cina
Committente: Mountain Education Group
Superficie: edificio 13.676 m2 – sito 7.700 m2
Completamento: 2022
Progetto architettonico e degli interni: Open Architecture
Gruppo di progetto: Shi Bingjie, Daijiro Nakayama, Jia Ke, Ye Qing, Huang Zetian, Fan Jianglong, Giovanni Zorzi, Shou Chengbin, Wang Fengya, Lu Di, Tang Ziqiao, Jia Han
Progettazione paesaggistica: Open Architecture + Z’scape
Architetto locale: Tongji Architectural Design (Group) Co.
Consulenti
Illuminazione: Gradient Lighting Design
Acustica: JH Theatre Architecture Design Consulting Company
Tutte le immagini courtesy Open Architecture
Volgendo lo sguardo verso la realtà italiana e scendendo di scala, sia per quanto riguarda il contesto urbano sia per le dimensioni del polo scolastico, il progetto per la Tartan School a opera dello studio MoDus Architects approfondisce e sviluppa l’interazione tra esistente, nuovo e circostante. L’intervento, che riguarda la ristrutturazione di una scuola risalente agli anni Novanta e il suo ampliamento con l’aggiunta di un nuovo corpo, si integra perfettamente nel contesto urbano, la cittadina di Terlano situata tra Bolzano e Merano in Alto Adige. Qui, il centro abitato si espande minimizzando il confine tra aree coltivate e urbanizzate, favorendo un lavoro sinergico tra le parti. Ciò si riflette nelle scelte formali e cromatiche pensate per il complesso che prediligono l’integrazione con gli elementi tradizionali del paesaggio alpino, come lo storico campanile della chiesa a sud, il versante scosceso della montagna a nord e i profili medioevali del Castel Neuhaus a ovest. L’esempio più emblematico riguarda le facciate, contraddistinte da un motivo tartan in rilievo, realizzato con un intonaco in gesso che ha una granulometria e una colorazione differente rispetto al resto della facciata e disegnato in simbiosi con le ampie aperture vetrate e le diverse inclinazioni del profilo di copertura.
La sua trama diventa un elemento caratterizzante dell’edificio, riprende la natura dei vigneti circostanti, con l’utilizzo di una palette di colori verde pastello, e trasmette una sensazione di calore e familiarità, legata al tessuto stesso a cui fa riferimento, il tartan, da cui l’edificio prende il nome. Gli spazi accolgono un asilo nido, una scuola dell’infanzia e un centro giovanile e sono progettati in modo flessibile per consentire la permeabilità e la condivisione con i cittadini, per eventi pubblici e incontri comunitari. I volumi architettonici si articolano seguendo la conformazione del sito, caratterizzata da una differenza altimetrica di quattro metri tra i lati nord e sud. Il corpo esistente presenta una forma a U, dal profilo disordinato, con due ingressi indipendenti per l’asilo nido e la scuola dell’infanzia, posti a nord del lotto e al piano terra. L’ampliamento, invece, si inserisce tra l’edificio esistente e la limitrofa cantina vitivinicola, con una struttura distinta e indipendente, che presenta anche il piano interrato dove è posizionato, a sud del lotto, l’accesso al centro giovanile.
Qui si svolgono diverse attività di gruppo che coinvolgono gli studenti nella lettura, nel riposo o nelle attività motorie, e si aprono alla comunità, a seconda della necessità, trasformando il piccolo auditorium, la mensa e la palestra. Questi spazi si affacciano su una corte verde e sono caratterizzati da grandi aperture vetrate che risultano arretrate rispetto al filo della facciata. Le logge che si vengono a formare garantiscono il dialogo tra esterno e interno e contribuiscono al dinamismo degli spazi grazie ai tagli trapezoidali effettuati sulla parete. L’interazione con la città viene rimarcata ancora una volta grazie al collegamento tra il cortile della scuola e il parco giochi pubblico confinante. L’attenzione al miglioramento dell’efficienza termica ha permesso il raggiungimento della certificazione “CasaClima A” per l’intero complesso.
Luogo: Terlano (BZ)
Committente: Comune di Terlano
Superficie: esistente 1.366 m2 – ampliamento 1.201 m2
Completamento: 2023
Architetto: MoDus Architects
Gruppo di progetto: Sandy Attia, Matteo Scagnol, Laura Spezzoni, Lavinia Antichi
Appaltatore principale: Unionbau
Consulenti
Strutture: Planteam – Günther Zöggeler
Progettazione meccanica: Energytech – Norbert Klammsteiner
Impianto elettrico: Roland Thaler
Coordinatore sicurezza: 3M Engineering
Foto: Marco Cappelletti
Tutte le immagini courtesy MoDus Architects
Alessia Tramontina