Il settore del turismo rappresenta oggi un terreno fertile e in evoluzione che sempre più si pone come obiettivo la realizzazione di ambienti accoglienti, inclusivi, privi di barriere fisiche e attrezzati per garantire esperienze di viaggio positive soddisfacendo i bisogni di qualunque tipo di utenza. Risulta necessario considerare che il concetto di disabilità si è evoluto, comprendendo oltre alle disabilità motorie anche quelle sensoriali, cognitive e comportamentali, i bisogni legati alla quotidianità degli anziani o quelli di persone con difficoltà motorie temporanee. Inoltre, recenti statistiche affermano che oltre un miliardo di persone vive con qualche forma di disabilità e, a causa dell’invecchiamento della popolazione e dell’aumento globale di malattie croniche, la domanda di accessibilità tenderà a crescere in modo esponenziale. All’interno di questo scenario diventa interessante analizzare l’attuale offerta turistica, eterogenea e prevalentemente caratterizzata da strutture che applicano i criteri dell’accessibilità solo ad alcune aree, talvolta riservando un numero ridotto di camere all’accoglienza di persone con disabilità. Tuttavia si sta aprendo la strada
verso centri vacanze che stanno segnando una svolta nell’architettura accessibile con un design innovativo che può fungere da catalizzatore per migliorare le strutture esistenti o per progettarne di nuove.
Il recente progetto Wraxall Yard pone l’inclusività come tema centrale e riconverte gli spazi abbandonati di una fattoria lattiero-casearia in un complesso di case vacanze accessibili. Il risultato, frutto di una stretta collaborazione tra lo studio Clementine Blakemore Architects e il committente Nick Read, ha portato alla definizione di un design universale e rivolto a tutti, capace di garantire una sistemazione per le vacanze attraente, confortevole e completamente inclusiva. Il sito di progetto si estende per circa cento ettari nel West della contea del Dorset, nel Regno Unito, all’interno di un’area di importante valore naturalistico e paesaggistico, designata AONB (Area of Outstanding Natural Beauty).
Qui, ristabilire un contatto più intimo con la natura, con la fauna selvatica e l’agricoltura e migliorare la biodiversità dell’area, sono diventati elementi di grande rilievo per potenziare l’esperienza del soggiorno conservando al tempo stesso il carattere storico e rurale del sito. Gli spazi outdoor sono stati attentamente studiati e permettono agli ospiti di isolarsi e immergersi tra alberi in fiore, arbusti, piante erbacee perenni, per sedersi, rilassarsi e godere degli effetti benefici della natura. Questa abbraccia i cinque edifici del complesso, riuniti attorno a un grande giardino centrale che favorisce l’interazione sociale e lo scambio. Inoltre, è presente uno spazio comunitario, messo a disposizione della collettività e delle associazioni di volontariato. Gli ospiti possono poi beneficiare di esperienze dirette con gli animali della fattoria presente all’interno del centro vacanze. L’offerta, nel suo complesso molto vasta e ben studiata, nasce dall’esperienza personale affrontata dal committente che con la madre, affetta da sclerosi multipla e costretta a muoversi in sedia a rotelle, ha riscontrato la difficoltà nel trovare alloggi vacanza appropriati, piacevoli e non istituzionalizzati.
«Mia madre era un’artista e una designer – racconta Read – e si sentiva offesa dal modo in cui l’ambiente costruito ignorava le esigenze di persone come lei». Da qui l’ambizione di dar vita a spazi in cui ogni persona, indipendentemente dall’età e dalla condizione fisica, possa rilassarsi, immergersi nella natura, sentirsi a proprio agio ed essere indipendente, rimuovendo tutti gli ostacoli quotidiani che le persone con difficoltà motorie devono affrontare. I percorsi esterni modulano la topografia esistente del sito attraverso leggere pendenze, eliminando così rampe e corrimani speciali rivolti agli utenti in sedia a rotelle. Il progetto ha previsto il restauro e la ricostruzione parziale dei fabbricati esistenti. Nell’ottica di mantenere i loro caratteri originali sono stati utilizzati materiali di recupero quali la pietra per le facciate, le capriate in legno e le tegole in argilla per le coperture, affiancati a prodotti di origine naturale aventi basse emissioni di carbonio, come gli isolanti in sughero e la fibra di legno. Laddove non disponibili, sono invece stati utilizzati nuovi materiali, come ad esempio il legno Douglas, reperito localmente, utilizzato per realizzare le travi del tetto. Lo spirito vernacolare trova qui la sua massima espressione nel lavoro compiuto da mastri artigiani locali. Il carattere storico ed essenziale di questi edifici agricoli viene custodito e diventa atmosfera per gli ospiti del complesso.
All’interno è stata posta molta cura nel design, bagni e cucine si presentano come ambienti domestici e non istituzionalizzati, hanno lavandini con maniglie di presa integrate, piani di lavoro ascendenti e discendenti per ospitare una sedia a rotelle, paranchi a soffitto. Le camere della zona notte hanno letti regolabili in altezza e profilati con bordi di abete massiccio che si armonizzano con il resto della falegnameria e dell’arredo. I contrasti visivi sono definiti dall’uso di materiali e colorazioni differenti. Il pavimento in cemento lucido di colore nero contrasta con gli arredi in legno chiaro e con le pareti che alternano una boiserie verde pastello a intonaco bianco. Sono inoltre presenti ampi cerchi di sterzata e allarmi antincendio vibranti per coloro che presentano problemi di udito. Tutte le scelte architettoniche derivano da un’accurata ricerca che ha previsto la consultazione con persone disabili, per comprendere al meglio le loro esperienze e soddisfare le loro esigenze, e il lavoro a stretto contatto con il Centre for Accessible Environments, CBA. Il progetto si è aggiudicato il prestigioso premio annuale di architettura RIBA Stirling Prize.
Luogo: Lower Wraxall, Regno Unito
Committente: Wraxall Yard CIC
Superficie del sito: 4.600 m2
Superficie edificata: 800 m2
Completamento: 2022
Progetto architettonico e degli interni: Clementine Blakemore Architect
Appaltatore principale: Stonewood Builders
Consulenti
Paesaggio: Hortus Collective
Strutture: Structure Workshop
Accessibilità: Center for Accessible Environments
Segnaletica: Smiths Studio
Progettazione elettrica e meccanica: Ritchie+Daffin
Controllo costi e tempistiche: Align
Tutte le immagini courtesy Clementine Blakemore Architects
Diversi studi e ricerche dimostrano come l’inattività fisica possa ridurre le aspettative di vita e aumentare gli anni di malattia, in particolar modo per le persone con disabilità motorie. Questi presupposti hanno portato alla progettazione di un complesso capace di rispondere a tali tematiche e motivare le persone, indipendentemente dalla loro disabilità, a condurre una vita attiva. In Danimarca, a un’ora di distanza da Copenhagen, nasce Musholm, un centro per le vacanze e per lo sport innovativo e completamente accessibile che si è aggiudicato la nomina di complesso più inclusivo al mondo.
L’organizzazione Danish Muscular Dystrophy Foundation, promotrice dell’intervento, e lo studio danese AART hanno lavorato in sinergia per affrontare una sfida sociale importante e mostrare come l’architettura possa promuovere l’attività fisica. Normalmente, ogni persona con disabilità evidenzia il proprio ambiente fisico come ostacolo principale per vivere una vita attiva; qui, invece, si vuole dimostrare come le barriere fisiche possano essere rimosse e come gli edifici e gli spazi urbani possano diventare ambienti più inclusivi, non eliminando le differenze che ci rendono umani, ma accogliendole e facendole diventare un forte elemento progettuale. L’intervento ha previsto l’ampliamento degli spazi preesistenti con l’introduzione di una sala polivalente, posizionata nel cuore del centro vacanze, e la costruzione di ventiquattro nuovi alloggi, situati invece in una posizione più defilata.
L’intento è quello di espandere le attività e la gamma di esperienze verso l’esterno, la natura e il paesaggio, permettendo agli ospiti di ampliare i propri confini e godersi una vacanza attiva e fisicamente impegnativa. Musholm è luogo di movimento, opportunità di gioco, creazione di esperienze e formazione di nuovi legami sociali. L’accessibilità diventa l’elemento creativo che disegna l’architettura della sala polifunzionale e le conferisce un design unico. Infatti, una rampa lunga cento metri avvolge gli spazi centrali e permette ai fruitori di compiere un’esperienza a 360°, incontrando una vasta gamma di zone ricreative e attività, come ad esempio le pareti di arrampicata o il primo impianto di risalita al mondo per utenti in sedia a rotelle.
La rampa culmina in una sala panoramica dalla quale si apre una meravigliosa vista sul mare e sulla costa di Great Belt. All’esterno, il legno di larice è l’elemento predominante e di connessione con l’ambiente naturale; tale scelta si riflette anche nei rivestimenti interni di pavimenti, pareti e soffitti, realizzati in legno di frassino. Anche gli appartamenti costituiscono un legame armonico con il paesaggio, la loro disposizione riprende il tema della circolarità che offre riparo dall’ambiente aperto e accentua un senso di comunità.
Luogo: Korsør, Danimarca
Committente: The Danish Muscular Dystrophy Foundation
Superficie: 3.200 m2
Completamento: 2015
Architetto: AART
Collaboratori: Keinicke & Overgaard Architects (Keingart)
Consulenti
Paesaggio: Urbanlab nordic
Strutture: MOE, D&N
Tutte le immagini courtesy AART
Alessia Tramontina