La fascinazione cromatica del tessile: il colour trend
Molte aziende che si occupano a vario titolo di classificazione cromatica pubblicano annualmente una previsione dei colori che saranno maggiormente usati durante i dodici mesi in vari ambiti produttivi. A causa della pervasività del sistema informativo della nostra epoca, tale prassi si ripercuote sugli operatori di quei settori dove è necessaria la scelta di colori. Costoro debbono in qualche maniera esserne informati e spesso obbligati all’acquisto di colour guides, di colour books e di tutta una serie di strumenti che forniscono una guida predigerita degli accostamenti cromatici (forse delle armonie, accordi). Simili prodotti immateriali sono usualmente messi a punto dai colour forecaster i quali normalmente operano ponendo particolare attenzione a non creare disturbo nella media dei gusti degli utenti finali. I professionisti di maggiore calibro cercano solitamente di operare rivolgendosi al gradimento della maggior parte della popolazione. Risulta pertanto assai difficile trovare colour trend (colori di tendenza) che contengono toni molto saturi o contrasti cromatici a forte impatto emotivo. È risaputo che non si scherza con la psicologia degli utenti se sono in ballo economie di tutto rispetto. Nessun progettista Ferrari si sognerebbe di sostituire il caratteristico rosso con il viola, mentre ogni casa costruttrice di automobili non può di fare a meno di avere a catalogo il classico grigio metallizzato.
Uscire dall’uso di colori di tendenza è concesso solo alle le aziende pubblicitarie che hanno necessità di catturare l’attenzione dei soggetti che percepiscono il messaggio pubblicitario da trasmettere. Costoro, perlomeno i più competenti, dovendo essere assai più aggressivi di chi produce capi d’abbigliamento, tendaggi da interno/esterno, mobilio di massa, oggetti d’uso quotidiano, automotive e loro interni e molti altri settori che non sto qui ad elencare, si basano sul neuromarketing, una tecnica che sfrutta le conoscenze neuro scientifiche finalizzandole al marketing. In pratica si avvalgono di tali conoscenze per orientare più proficuamente la pubblicità, e di conseguenza proporre la vendita del prodotto commerciale fisico o immateriale, facendo leva sulle emozioni e sulle risposte involontarie, istintive ed inconsapevoli dei consumatori.
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