Facciate tessili e schermature: shading e pattern complessi
Nelle facciate tessili e nei grandi involucri schermati il pattern generato dalle schermature solari non è solo un elemento di design che condiziona l’aspetto dell’edificio. Esso influisce in maniera decisiva sull’ombreggiamento (shading) e ovviamente sulla qualità degli spazi confinati.
Letteratura
Il termine inglese “pattern” traducibile come “modello”, “schema”, “motivo”, rappresenta nell’ambito delle discipline della rappresentazione e della progettazione un “disegno ripetitivo” (Arnheim, 1954, p.45) o “modello costitutivo, piastrellatura” (Marcolli, 1978, p. 58) che definisce una struttura modulare piana. Senza addentrarci troppo in tecnicismi disciplinari, possiamo affermare che un pattern può essere omogeneo, cioè formato da elementi tutti uguali per forma e dimensione (senza gerarchia) o disomogeneo, cioè formato da elementi di dimensioni o forma diverse (con gerarchia). Alcuni preferiscono parlare di pattern regolare, irregolare o misto, prendendo in considerazione la presenza di poligoni irregolari o forme organiche o la combinazione di forme regolari e irregolari.
Nella progettazione architettonica il pattern è uno strumento di lavoro molto importante, soprattutto da quando sono state introdotte le cosiddette facciate continue (curtain wall, facciate a cellule, facciate in vetro a montanti e traversi o in vetro strutturale e così via). È ancora più importante se pensiamo poi all’introduzione dei rivestimenti a secco (lastre, pannelli, ecc.). La progettazione parametrica infine, ha nel pattern la costruzione geometrica della struttura stessa della forma. In sostanza il pattern può definire l’ossatura strutturale dell’edificio stesso: esempio tipico sono le strutture progettate da Fuksas.
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