Opportunità fra terra e mare. WaterFrontLab

Un lungomare, una spiaggia, un porto, una costa scoscesa… quanti possono essere e quanto fra loro sono diversi i waterfront delle coste italiane?

Albergatori, operatori della logistica, immobiliaristi, pescatori, … quanti possono essere e quanto fra loro sono diversi, e a volte contrapposti, gli interessi economici che gravitano sui waterfront?

Cittadini residenti, turisti stagionali, turisti domiciliati, … quanto possono essere diversi anche gli interessi degli abitanti delle città costiere?

Comuni, Regioni, Autorità portuali nei loro provvedimenti e nell’allocazione delle risorse devono costantemente confrontarsi con questa grande eterogeneità, che nel suo insieme costituisce un patrimonio importante per il nostro Paese, ma spesso rende difficile e proceduralmente complesso adottare qualunque decisione.

Procida, capitale della Cultura 2022, Olbia, Bellaria e Bari sono scelti ad esempio di queste diversità.

Qualche numero.

In Italia ci sono 779 comuni costieri (compresi i 133 nei principali laghi), quindi meno del 10% dei comuni italiani. Ma coprono circa 46mila kmq (15% del totale) e quasi 18 milioni di abitanti (30%).

I Comuni costieri superiori ai 5000 abitanti sono in numero maggiore del dato nazionale (454 su 780 rispetto ai 2419 su 7917), ma è comunque l’Italia dei campanili, e gli amministratori non sempre possono disporre delle risorse economiche e delle competenze per adottare i provvedimenti amministrativi di loro competenza in materia ambientale, o di forte impatto economico quali le concessioni per le costruzioni o per le aree demaniali.

Le 10 aree metropolitane costiere, sul totale nazionale di 14, non hanno vita più facile: anche con organizzazioni e strutture adeguate devono far convivere aree a prevalente interesse turistico, con altre industriali e spesso con grandi richieste di logistica.

Nei Comuni costieri i problemi delle aree antropizzate si sovrappongono a quelli delle aree naturali, quali le coste, le spiagge, e le superfici acquee di competenza.

Indicativamente le coste sono per circa il 23% costruite, meno del 10% vegetali o agricole, e per il 70 per cento spiagge e coste alte. Con percentuali molto diverse fra le singole regioni.

Per leggere l’articolo completo di Franco Giacotti
pubblicato sul nr. 3/2021 di Outdoor – living, design, technology:

Opportunità fra terra e mare