Protezioni solari negli edifici direzionali. Il caso di Auckland in Nuova Zelanda
La scelta delle schermature solari e la loro integrazione architettonica negli edifici direzionali/commerciali e negli edifici residenziali segue logiche diverse. Funzionalità, comodità in relazione alle attività svolte nell’edificio sono criteri fondamentali per la scelta e l’integrazione di un sistema piuttosto che un altro. Un altro aspetto che spesso viene sottovalutato è il luogo.
Non si tratta di cosiderare il luogo solo in relazione alle condizioni climatiche, ma anche a quelle caratteristiche tipiche del costruire locale, prassi sviluppate nel settore delle costruzioni nel corso di anni, che possono anche essere legate al richiamo di certe tradizioni. Il design di edifici commerciali e direzionali segue certamente logiche molto più globalizzate rispetto al design di edifici residenziali. Si pensi all’uso diffuso negli edifici direzionali di tecnologie come “stick frame façade” o “unitised façade system” o alle facciate a doppia pelle.
Sebbene la presenza di edifici simili finisca col fare assomigliare fra loro centri urbani sparsi a diverse latitudini, in alcuni luoghi la contaminazione tra globale e locale, definita “glocal”, si riflette anche nel design di edifici complessi. Il tema delle schermature solari offre un punto di vista particolare su questo argomento assai importante. L’obiettivo di questo articolo è presentare una breve panoramica di soluzioni che sono state adottate in edifici direzionali e commerciali nella città di Auckland in Nuova Zelanda.