Vertical farm. Un edificio trasparente e green per un’agricoltura sostenibile

Le vertical farm, siano esse vere proprie aziende agricole o piccole serre di privati, sono ormai una realtà, ancora poco conosciuta, certo, ma con grandi prospettive per il futuro. Questo tipo di agricoltura – che prevede la coltivazione su strutture che si estendono in altezza su più livelli – consente di ridurre i consumi di terra e acqua grazie all’impiego di tecniche idroponiche e aeroponiche; inoltre, essendo praticata in ambienti chiusi, elimina l’utilizzo di fertilizzanti o antiparassitari nocivi per le piante. A Pechino è stata realizzato dallo studio di architettura olandese van Bergen Kolpa Architects il primo centro per la produzione alimentare urbana per AgriGarden – azienda che sviluppa tecnologie per orticoltura – e l’Accademia cinese di scienze agricole CAAS.

Vertical Farm Beijing è situata nel campus dell’Accademia Cinese di Scienze Agrarie e si presenta come un edificio di 3.500 m2 trasparente che si sviluppa su tre piani. Nel monumentale atrio di ingresso si trovano le coltivazioni di alberi da frutto e frutti di bosco e sulle pareti verticali viene coltivata l’insalata – entrambe le colture sotto luce a LED – , mentre nella serra situata all’ultimo livello crescono pomodori e cetrioli che beneficiano della luce solare. La struttura è realizzata in acciaio e vetro trasparente sfaccettato.

Durante tutta la giornata, le vetrate permettono di vedere, senza rifrazione, sia dall’interno che dall’esterno, mentre di sera le pareti sono permeate dall’illuminazione viola del sistema a LED, il cui calore residuo – insieme all’estrazione passiva del calore del sole – permette il riscaldamento dell’edificio. Alla climatizzazione provvedono invece la ventilazione naturale e il raffreddamento basato sull’evaporazione. L’accumulo di calore passivo e il raffreddamento naturale, insieme al riutilizzo dell’acqua impiegata per l’irrigazione, dimostrano come si possa coltivare in modo sostenibile anche nell’ambiente urbano.

Foto: Weiqi Jin, courtesy van Bergen Kolpa Architects

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